Gli Oscuri

© Agostino Bergo (2016-2021)

Sulla scorta di quanto realizzato da Francisco Goya nella serie denominata “Pitture Nere”, ciclo di tredici dipinti realizzati nell’ambito della “Quinta del sordo” (Madrid 1819 – 1823), Agostino Bergo intende realizzare un ciclo di quadri come rielaborazione grafica, contenutistica ed intellettuale della serie in parola. Formalmente il ciclo prevede la realizzazione di un certo numero di olio su tela che mettano in relazione allegorica personaggi del Mito o della Letteratura a tematiche attinenti alla stringente Contemporaneità.

La-Sfinge_l'enigma-dell'Intelligenza-Artificiale


La Sfinge: L’enigma dell’Intelligenza Artificiale

© Agostino Bergo (2019) – olio su tela,100x100x3.5cm

Concept: “Gli Oscuri” © Agostino Bergo (2016-2021)
Titolo: “La Sfinge: L’enigma dell’Intelligenza Artificiale” © Agostino Bergo (2019)
Autore: Agostino Bergo
Tecnica: Olio
Supporto: Tela 
Dimensioni: 100 x 100 x 3.5 cm
Anno: 2019
Opera Finalista al Concorso Rosso Passione 2021
Esecutore materiale: Agostino Bergo
Sviluppo Progetto complessivo: Agostino Bergo
Sviluppo Progetto Artistico: Agostino Bergo
Sviluppo Artistico: Agostino Bergo
Sviluppo Contenuti ed esegesi: Agostino Bergo
Tema: L’intelligenza Artificiale.

Impianto stilistico e compositivo: Rielaborazione allegorica del mito greco che mostra una Sfinge francese, sulla sommità di un accumulo di computer obsoleti, che regge, con la destra la prima rappresentazione fotografica di un buco nero.Traslato in un contesto temporale di profondo e sconvolgente rinnovamento tecnologico, il nuovo enigma di una sfinge contemporanea potrebbe essere incentrato, non su cosa l’uomo sia, ma sul suo più profondo significato ontologico.Il Dottor Lipson (pittore fallito – per sua stessa ammissione -, prestato alla robotica)considera l’autocoscienza come capacità di immaginare sé stessi in situazioni future. Il suo lavoro si basasull’imitazione sintetica delle percezioni sensoriali di robot capaci di dare una rappresentazione assonometrica semplificata di sé stessi in movimento. Rimosso un arto del robot, Libson nota la modifica delle assonometrie. La macchina ha simulato la perditadei solidi che componevano l’arto rimosso e il robot ha iniziato a “zoppicare”. SecondoLipson, la sempre maggiore finezza dei sensori riuscirà a interiorizzare nell’intelligenza artificiale sensazioni, legate ai nostri cinque sensi. Lipson sta programmando un “robot artista” per dimostrare che le attività artistiche, forse le uniche ormai indicative dell’unicità dello Spirito umano, siano riproducibili da macchine complesse. Il suo auspicio è di arrivare a programmare un robot che decida autonomamente cosa dipingere, attraverso l’interpretazione di fotografia scaricate da internet. In una visione tragicamente utopistica e nichilista,Lipson, metaforicamente, subisce la stessa sorte di chi non sa rispondere all’enigma della Sfinge. La singolarità tecnologica diventa singolarità astrofisica che annienta la sua arroganza, mettendolo di fronte a ciò che ci rende tragicamente e meravigliosamente umani: l’errore e l’indeterminato. Ovvero la capacità di compiere consapevolmente scelte sbagliate ma dai risvolti inaspettatamente entusiasmanti.

Le Parche – Cloto, Lachesi e Atropo: Thanatron

© Agostino Bergo (2018-2019) – Dimensioni: 80 x 80 x 2 cm

Concept: “Gli Oscuri” © Agostino Bergo (2016-2019)
Titolo: “Cloto, Lachesi e Atropo: Thanatron” © Agostino Bergo (2018-2019)
Autore: Agostino Bergo
Tecnica: Olio
Supporto: Tela (doppio spessore, lino misto cotone, telaio in legno perimetrale e mezzeria verticale)
Dimensioni: 80 x 80 x 2 cm
Opera Finalista del Premio Marchionni 2021
Esecutore materiale: Agostino Bergo
Sviluppo Progetto complessivo: Agostino Bergo
Sviluppo Progetto artistico: Agostino Bergo
Sviluppo contenuti ed esegesi: Agostino Bergo
Sviluppo artistico: Agostino Bergo
Sviluppo intellettuale: Agostino Bergo
Sviluppo pose e composizione artistica: Agostino Bergo
Tema: Eutanasia e suicidio assistito
Impianto stilistico e compositivo: rielaborazione pittorica e allegorica del mito delle Moire, associato al funzionamento della device Thanatron, inventata dal Dottor Kevorkian. L’opera si propone di riportare ad una dimensione estetica ed allegorica una tematica dolorosamente centrale nella contemporaneità. La scelta di ritrarre la medesima modella per la raffigurazione delle tre Moire ha unicamente lo scopo di ribadire l’unità funzionale della Thanatron. La bellezza della modella ritratta non è in alcun modo collegabile ad un giudizio positivo sui concetti di eutanasia e suicidio assistito. Questi restano concetti etici che, trattati nella progressione narrativa dell’opera, hanno l’apogeo di significante nella liberazione da uno stato di sofferenza. Il richiamo alla Thanatron, sotto il profilo visuale, è unicamente la rappresentazione degli elementi chimici, caratterizzanti le varie fasi farmacologiche, trattando in modo adeguatamente delicato l’associazione tra il mito e i temi esegeticamente connessi all’opera. Non essendo sotteso alcun giudizio sulle tematiche, queste vengono accennate nell’economia stilistica dell’opera. La comprensione completa dell’opera quindi viene demandata ad uno spettatore particolarmente attento, preparato e scrupoloso, per il quale non sarà difficile ricostruire l’allegoria senza interpretazioni forzate o malevole.

Il Doctor Faustus di Thomas Mann: La Ribellione

© Agostino Bergo (2016-2019) – Dimensioni: 70 x 1000 x 3.5 cm

Concept: “Gli Oscuri” © Agostino Bergo (2016-2019)
Titolo: “Il Doctor Faustus di Thomas Mann: La Ribellione” © Agostino Bergo (2016-2019)
Autore: Agostino Bergo
Tecnica: Olio
Supporto: Tela (doppio spessore, lino misto cotone, telaio in legno perimetrale)
Dimensioni: 70 x 1000 x 3.5 cm
Esecutore materiale: Agostino Bergo
Sviluppo Progetto complessivo: Agostino Bergo
Sviluppo Progetto artistico: Agostino Bergo
Sviluppo contenuti ed esegesi: Agostino Bergo
Sviluppo artistico: Agostino Bergo
Sviluppo intellettuale: Agostino Bergo
Sviluppo pose e composizione artistica: Agostino Bergo
Scatti Preparatori: Agostino Bergo
Modello: Agostino Bergo
Luogo e Data di Creazione: Seveso, 08.04.2018
Foto: Giacomo Roselli
Collaborazione: Geoffrey Gordon (Compositore)
Spartito: “Concerto for Cello and Orchestra (after Thomans Mann’s Doctor Faustus)” © Geoffrey Gordon (2013), Pagine: 51 e 54
Riconoscimenti e premi: Primo Premio della Giuria Critica alla LXII Edizione del Premio Nazionale di Pittura e Fotografia Basilio Cascella (2018)
Tema: La Ribellione
Impianto stilistico e Compositivo: L’opera ritrae la rielaborazione pittorica e allegorica di Agostino Bergo del libro “Doctor Faustus”, di Thomas Mann (1947), accostandola all’impianto stilistico e compositivo del “San Matteo e l’angelo” (prima versione), di Michelangelo Merisi (Roma, San Luigi dei Francesi, Cappella Contarelli, 1602 circa). Partendo dalle feroci critiche di Bellori al Merisi per la scelta di ritrarre l’Evangelista con “le gambe incavalcate e i piedi rozzamente esposti al popolo” in merito al Capolavoro del Caravaggio, oggi perduto, a seguito di un incendio a Berlino nel 1945, l’allegoria si dipana attraverso le singolari assonanze rilevabili tanto nel capolavoro di Mann quanto in quello del Merisi. Il risultato è un’ode all’ispirazione pura e sovrannaturale che, attraverso la ribellione alla disabilità di Agostino Bergo, arriva a ridefinire i tormenti e l’estasi dell’atto creativo.
Attuale collocazione: ACQUISIZIONE MUSEALE

Circe: La dipendenza dai combustibili fossili

© Agostino Bergo (2017-2019) – Dimensioni: 60 x 80 x 3,5 cm

Concept: “Gli Oscuri” © Agostino Bergo (2016-2019)
Titolo: “Circe: La dipendenza dai combustibili fossili” © Agostino Bergo (2017-2019)
Autore: Agostino Bergo
Tecnica: Olio
Supporto: Tela (doppio spessore, lino misto cotone, telaio in legno perimetrale e mezzeria verticale)
Dimensioni: 60 x 80 x 3,5 cm
Esecutore materiale: Agostino Bergo
Sviluppo Progetto complessivo: Agostino Bergo
Sviluppo Progetto artistico: Agostino Bergo
Sviluppo contenuti ed esegesi: Agostino Bergo
Sviluppo artistico: Agostino Bergo
Sviluppo intellettuale: Agostino Bergo.
Sviluppo pose e composizione artistica: Agostino Bergo
Luogo e Data di Creazione: Seveso, 11.07.2018
Modello: M. Seksich
Tema: Inquinamento delle acque
Attuale collocazione: COLLEZIONE PRIVATA

Chrono: Il Tempo Divora i Suoi Figli

© Agostino Bergo (2016-2019) – Dimensioni: 50 x 50 x 3.5 cm

Concept: “Gli Oscuri” © Agostino Bergo (2016-2019)
Titolo: “Chrono: Il Tempo Divora i Suoi Figli” © Agostino Bergo (2016-2019)
Autore: Agostino Bergo
Tecnica: Olio
Supporto: Tela (doppio spessore, lino misto cotone, telaio in legno perimetrale)
Dimensioni: 50 x 50 x 3.5 cm
Esecutore materiale: Agostino Bergo
Sviluppo Progetto complessivo: Agostino Bergo
Sviluppo Progetto artistico: Agostino Bergo
Sviluppo contenuti ed esegesi: Agostino Bergo
Sviluppo artistico: Agostino Bergo
Sviluppo intellettuale: Agostino Bergo
Sviluppo pose e composizione artistica: Agostino Bergo
Scatti Preparatori: Agostino Bergo
Modello: P. Agazzi
Luogo e Data di Creazione: Seveso, 15.03.2016
Riconoscimenti e premi:
Terzo classificato per la Giuria Popolare “LVIII Premio Basilio Cascella 2014” , Mostra collettiva dei finalisti presso Villa Delizia Estense del Vergignese, Via Vergignese, n. 56, Portomaggiore (FE). Tema: “Concordia – L’amorevole poiesis”
Finalista “Donkey Art Prize 2012” , Mostra Collettiva dei finalisti, presso Hotel Straf, Via San Raffaele, n. 3, Milano (MI). Tema: Libero. Curatrice: V. Coppola
Tema: L’obsolescenza programmata
Impianto stilistico e Compositivo: il dio greco è rappresentato frontalmente con i gomiti appoggiati su un piano, nel nervosismo plastico di frustrazione per non poter adempiere concretamente al suo destino, completando così la narrazione del Mito. Ritratto con l’incarnato livido, nel ventaglio di tonalità del verde petrolio, il dio ha davanti a sé il risultato ultimo del progresso tecnologico: un barattolo in latta, dalla grafica accattivante, nel quale l’industria ha già provveduto a confezionare i suoi figli, pronti per essere mangiati. Tuttavia, questo atto di cannibalismo infanticida, pur già tecnicamente realizzato, non si può funzionalmente consumare da parte del fruitore finale, in quanto la tecnologia ha frapposto una barriera tra il soggetto e l’atto, rendendo obsoleto tanto il dio quanto la conformazione antropomorfa. Senza un apriscatole Chrono è impotente. Senza una tecnologia, per quanto basica, la sublimazione, seppur divina, dell’uomo non può nulla.
Attuale collocazione: COLLEZIONE PRIVATA

La Chimera: il Flagello del Debito Privato

© Agostino Bergo (2016-2019) – Dimensioni: 70 x 50 x 3.5 cm

Concept: “Gli Oscuri” © Agostino Bergo (2016-2019)
Titolo: “La Chimera: il Flagello del Debito Privato” © Agostino Bergo (2016-2019)
Autore: Agostino Bergo
Tecnica: Olio
Supporto: Tela (doppio spessore, lino misto cotone, telaio in legno perimetrale e mezzeria verticale)
Dimensioni: 70 x 50 x 3.5 cm
Esecutore materiale: Agostino Bergo
Sviluppo Progetto complessivo: Agostino Bergo
Sviluppo Progetto artistico: Agostino Bergo
Sviluppo contenuti ed esegesi: Agostino Bergo
Sviluppo artistico: Agostino Bergo
Sviluppo intellettuale: Agostino Bergo
Sviluppo pose e composizione artistica: Agostino Bergo
Luogo e Data di Creazione: Seveso – Torino, 15.08.2016
Tema: saggio visuale avente come scopo la definizione allegorica, mediante la rielaborazione del mito greco della Chimera, degli sviluppi del collasso del sistema finanziario americano dal 2008 a oggi.
Impianto stilistico e Compositivo: il mostro mitologico viene rappresentato in posizione centrale, seguendo uno sviluppo orizzontale da destra (testa di leone) a sinistra (coda di serpente). La Chimera è colta durante il riposo: la testa di leone è reclinata verso destra e si appoggia alla zampa anteriore destra, ripiegata sotto la mascella. La zampa anteriore sinistra (a destra del quadro) è protesa in avanti, nell’atto di schiacciare sei delle più diffuse carte di credito. La testa di capra, disposta sulla linea dorsale della schiena dell’animale ed, rivolta in posizione diametralmente opposta a quella del felino, è reclinata verso la destra della schiena del leone. La testa di serpente, l’unica vigile, prende le mosse dalla coda del leone, che muta la sua composizione formale dal pelo alle scaglie, all’altezza della prima spira, posizionata poco sopra l’altezza del ginocchio della zampa posteriore destra. L’animale è immerso nel buio di un’ipotetica tana. La fonte primaria di luce è irradiata da un punto esterno al quadro, perpendicolare ai baffi del leone, e segue una un’ipotetica diagonale dalla destra alla sinistra dell’opera, cadendo direttamente sulla testa felina e sulle carte di credito, lasciando progressivamente emergere dal buio i volumi delle altre due teste.
Attuale collocazione: COLLEZIONE PRIVATA

ocipete

Ocipete

© Agostino Bergo (2020) – olio su tela,40x40x3.5cm.

Concept: “Gli Oscuri” © Agostino Bergo (2016-2019)
Titolo: “Ocipete” © Agostino Bergo (2018-2021)
Autore: Agostino Bergo
Tecnica: Olio
Supporto: Tela 
Dimensioni:40x40x3.5cm
Anno: 2020
Esecutore materiale: Agostino Bergo
Sviluppo Progetto complessivo: Agostino Bergo
Sviluppo Progetto artistico: Agostino Bergo
Sviluppo contenuti ed esegesi: Agostino Bergo
Sviluppo artistico: Agostino Bergo
Tema: La Tempesta Perfetta
Impianto stilistico e compositivo:
Rielaborazione allegorica del primo stadio della “Tempesta Perfetta”: l’acqua che nel 2019 è diventato ufficialmente un future, scambiato alla borsa di Chicago.

celeno

Celeno

© Agostino Bergo (2021) – olio su tela,40x40x3.5cm

Concept: “Gli Oscuri” © Agostino Bergo (2016-2021)
Titolo: “Celeno” © Agostino Bergo (2021)
Autore: Agostino Bergo
Tecnica: Olio
Supporto: Tela 
Anno: 2021
Esecutore materiale: Agostino Bergo
Sviluppo Progetto complessivo: Agostino Bergo
Sviluppo Progetto Artistico: Agostino Bergo
Sviluppo Artistico: Agostino Bergo
Sviluppo Contenuti ed esegesi: Agostino Bergo
Tema: La Tempesta Perfetta.
Impianto stilistico e compositivo:
Rielaborazione allegorica del secondo stadio della “Tempesta Perfetta”: la terra, o meglio, le terre sono diventate rare. Allegoria della difficile composizione tra esigenze di profitto, avanzamento tecnologico e tutele ambientali.

.

Allepode

Aellepode

© Agostino Bergo (2020) – olio su tela,40x40x3.5cm

Concept: “Gli Oscuri” © Agostino Bergo (2016-2021)
Titolo: “Aellopode” © Agostino Bergo (2020)
Autore: Agostino Bergo
Tecnica: Olio
Supporto: Tela 
Anno: 2020
Esecutore materiale: Agostino Bergo
Sviluppo Progetto complessivo: Agostino Bergo
Sviluppo Progetto Artistico: Agostino Bergo
Sviluppo Artistico: Agostino Bergo
Sviluppo Contenuti ed esegesi: Agostino Bergo
Tema: La Tempesta Perfetta.
Impianto stilistico e compositivo:
Rielaborazione allegorica del terzo stadio della “Tempesta Perfetta”: progressiva erosione dl risparmio privato.

.

II Pifferaio Magico: Suavitas contra mentem

© Agostino Bergo (2017-2019) – Dimensioni: 70 x 70 x 2 cm

Concept: “Gli Oscuri” © Agostino Bergo (2016-2019)
Titolo: “II Pifferaio Magico: Suavitas contra mentem” © Agostino Bergo (2017-2019)
Autore: Agostino Bergo
Tecnica: Olio
Supporto: Tela (doppio spessore, lino misto cotone, telaio in legno perimetrale e mezzeria verticale)
Dimensioni: 70 x 70 x 2 cm
Esecutore materiale: Agostino Bergo
Sviluppo Progetto complessivo: Agostino Bergo
Sviluppo Progetto artistico: Agostino Bergo
Sviluppo contenuti ed esegesi: Agostino Bergo
Sviluppo artistico: Agostino Bergo
Sviluppo intellettuale: Agostino Bergo
Sviluppo pose e composizione artistica: Agostino Bergo
Luogo e Data di Creazione:
Seveso, 26.03.2017
Modello:
G. Motta
Tema:
Meditazione, da un punto di vista necessariamente estraneo alla definizione di canoni estetici e stilistici massificati, redatti magistralmente da una rivista iconica, di cui si apprezza l’alto valore professionale e commerciale, in aperta antitesi con l’impossibilità, per una persona disabile, di aderire ai paradigmi esposti.
Impianto stilistico e Compositivo: l’interpretazione allegorica, in chiave pittorica, della celebre favola, cerca di mostrare la complessità di una sorta di inconsapevole fragilità di alcuni individui, i quali, nel tentativo, lodevole, di costruirsi ed affermare un’identità carismatica, delegano in toto il loro percorso ad autorevoli testate ed esperti nell’ambito della cura formale ed esteriore della persona. La menzogna non sta quindi nella produzione e declinazione del concetto di “moda”, quanto, piuttosto, nell’affidare a questo concetto compiti e fini ad esso estranei.

Medea: Proibito Sopravvivere

© Agostino Bergo (2016-2019) – Dimensioni: 70 x 50 x 3.5 cm

Concept: “Gli Oscuri” © Agostino Bergo (2016-2019)
Titolo: “Medea: Proibito Sopravvivere” © Agostino Bergo (2016-2019)
Autore: Agostino Bergo
Tecnica: Olio
Supporto: Tela (doppio spessore, lino misto cotone, telaio in legno perimetrale e mezzeria verticale)
Dimensioni: 70 x 50 x 3.5 cm
Esecutore materiale: Agostino Bergo
Sviluppo Progetto complessivo: Agostino Bergo
Sviluppo Progetto artistico: Agostino Bergo
Sviluppo contenuti ed esegesi: Agostino Bergo
Sviluppo artistico: Agostino Bergo
Sviluppo intellettuale: Agostino Bergo
Sviluppo pose e composizione artistica: Agostino Bergo
Luogo e Data di Creazione: Seveso 21.11.2016
Modella: Brighitta Rosica
Scatti Preparatori: Claudio Dell’Osa
Aforisma di riferimento: “Il futuro non è ancora al suo posto” (Svetlana Aleksievič)
Tema: Partendo dall’opinione espressa in una celebre intervista del Premio Nobel per la Letteratura (2015) – che ha, tra l’altro, svolto nel corso degli anni, un instancabile lavoro di testimonianza nel tentativo di illustrare le conseguenze anche e soprattutto umane del “disastro di Chernobyl” – “Medea: Proibito Sopravvivere” © Agostino Bergo (2016) vorrebbe essere una riflessione sulla percezione dell’infanticidio da parte di un genitore, in funzione delle probabilità di sopravvivenza e della qualità di vita, conseguenti all’avvelenamento perpetuo dell’habitat umano
Impianto stilistico e Compositivo: la figura di Medea è ritratta di circa tre quarti, privilegiando la visione del profilo destro, da sinistra a destra per la quasi totale estensione (orizzontale) della tela. L’incarnato, come i panneggi della tunica che la veste, si caratterizzano per il livore derivante da una degradazione metallica dei toni del viola. Il braccio destro è ripiegato verso il petto dove appoggia la mano, contratta verso un pugno in corrispondenza dello sterno. Dalla parte sinistra della tela emergono, dal fondale scuro, panneggi molto leggeri trasportati dal vento radioattivo. A completare l’ideale sinusoide orizzontale, il braccio sinistro è proteso in avanti e la mano è aperta. Lo sfondo degrada dal nero del lato sinistra della tela ad ulteriore saturazione leggermente verso il blu dei colori dell’incarnato. In corrispondenza della mano sinistra aperta, si staglia, spettrale, la ruota panoramica del parco divertimenti di Prypjat. Nella parte inferiore dello sfondo, da sinistra a destra, emergono dall’oscurità, i volumi dell’autoscontro e, in secondo piano, sinistre, le silhouette della Foresta Rossa che proietta i suoi rami secchi e bianchi per il fall-out radioattivo fino alla zona dello sfondo a destra del viso della protagonista.